DESparole, il gioco delle parole DES... #2
DESparole, il gioco delle parole DES... #2
Continua il gioco delle DESparole, che nasce dal desiderio di giocare a scrivere testi che abbiano come protagonista la danza.
Modalità di partecipazione:
il gioco è aperto a tutti coloro che desiderano cimentarsi con la scrittura, che amano leggere e farsi leggere;
i testi possono essere brevi, brevissimi o lunghi, possono essere citazioni, possono raccontare fatti realmente accaduti o sogni, desideri, progetti, visioni, possono avere carattere storico, politico, sociale o essere anche semplici pensieri;
per giocare, l'unica regola è di iniziare a scrivere a partire da una qualsiasi parola che inizi con DES.
per partecipare al gioco compilare il FORM.
Intanto, qui sotto le DESparole, uscita #2.
Buona lettura!
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DEStatevi!
(Olga Esposito)
DEStatevi!!
DESiderate!
uscite dalla DESolazione,
DEStabilizzate le vostre vite,
DEStituite ogni DESpota,
siate DEStrezza e DEStriere,
cavalcate il DEStino,
non DEStreggiatevi in un quotidiano immobile,
non DESquamate i pensieri in cartellette,
non offrite il DEStro ad un mondo sinistro,
non rivolgetevi a DESolanti DEStinazioni!
Siate D'ESempio,
portate foreste nelle vostre anime DESertificate!
DEStituite il potere del loro silenzio!
Abbiate sete, il mare DESalinizzate,
Abbiate fame, ad un DESco dal degno DESsert DESinate,
Non DESistete,
Esistete,
Danzate!...
Almeno D'EState!
Sermone D'IStinto, pardon D'EStinto,
apprezzabile soprattutto se
DE(S)clamato con un certo fervore.
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DESerto
(Cristina Negro)
Nel deserto ogni atto, ogni respiro, ogni impronta, ogni passo è senza confini e senza limiti.
L’immensità dello spazio sospende e dilata il tempo, portato via dal vento. Cancellato il passato, cancellato il futuro, si è nel presente.
La danza nel deserto è ascolto totale, è risonanza vibrante con luce e sabbia, dune e sassi, albe e tramonti accecanti. La danza nel deserto è privata, intima, sacra. Eppure si offre a perdita d’occhio, scavalca le vette delle dune, s’infila nel soffio del vento e viaggia lontana. Senza inizio né fine.
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DESiderio
(Eugenia Casini Ropa)
Il DESiderio di memoria tormenta la danza. Come accedere al rango di arte maggiore senza prova tangibile, non soltanto della sua eventuale eccellenza, ma della sua stessa esistenza? Dov'è dunque quella danza di cui si vuol parlare? Chi si ricorda di quel che ha visto una sola volta sulla scena? Memorizzare la danza sarebbe farla rientrare nell'ordine. Evaporata, essa non è più adeguata. Tutti i danzatori, i coreografi, dopo aver conclamato la loro volontà di non lasciare niente, si spingono ad acrobazie di ogni genere per conservare il massimo. Oggi è moneta corrente. Il video permette di fissare l'immagine senza la complicazione tecnica del cinema, e si registra a più non posso. Che fine faranno quelle cassette e quei DVD allineati sui ripiani delle mediateche? (Dominique Dupuy)
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DEStrutturare
(Marilena Donati)
destruttutare destini desunti desiderando destinarli deserti designati destabilizzati desumendone desueti desideri descritti desiderabili desistendo designazione destata desolante despota destituito
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